🇺🇸🪖 Come funzionano i Wargames militari
Le Forze armate americane e i "giochi di guerra"; la settimana nel mondo
Nell’uscita di oggi
🇺🇸 Wargames: la nuova frontiera dell’addestramento militare
🌍🔥 Cosa è successo nel mondo questa settimana
🇺🇸 Wargames: la nuova frontiera dell’addestramento militare
di Leonardo Venanzoni
«Il wargaming è da tempo uno strumento fondamentale per gli strateghi militari che vogliono simulare e valutare scenari in un ambiente controllato».
Così si sono espressi a inizio aprile sulle pagine di Proceedings, la nota rivista americana che si occupa di questioni navali e militari, il comandante della Marina statunitense Ken Maroon e il Dr. Franklin Kenter, professore associato dell'Accademia della Us Navy.
Gli autori, all'inizio del loro lungo articolo sul ruolo dei “giochi di guerra” nella formazione di ufficiali e sottufficiali, ci tengono infatti a precisare che quando si parla di wargame non si sta parlando di una semplice attività collaterale.
Al contrario, tanto per Maroon quanto per Kenter, la pratica di queste simulazioni riveste un ruolo vitale nella vita addestrativa dei quadri direttivi delle forze armate. Ma cosa sono questi giochi di cui parlano?
Stando alla definizione che ne dà la Rand, ovvero una delle prime organizzazioni private a studiare e sviluppare questo tipo di strumenti a livello globale, «i wargame sono giochi analitici che simulano aspetti della guerra a livello tattico, operativo o strategico».
Lo scopo di questi mezzi addestrativi, sempre secondo la stessa definizione, è quello di «esaminare i concetti bellici, addestrare e istruire comandanti e analisti, esplorare scenari e valutare come la pianificazione della forza e le scelte di postura influenzano i risultati della campagna».
Si tratta dunque in tutto e per tutto di strumenti addestrativi volti a formare, preparare e verificare le capacità dei leader di una data organizzazione militare. Nonostante il nome, infatti, la versione "professionale" di questi "giochi" è tutto fuorché un'attività ludica.
Quelli più complessi prevedono più sessioni divise in varie giornate di simulazioni, spesso con un livello di difficoltà tanto tecnica quanto concettuale sempre crescente e contesti altamente sfidanti per gli ufficiali che vi partecipano.
Oltre alla complessità dello strumento, poi, questi sistemi addestrativi risultano anche molto elaborati sul piano scientifico. Intere unità dei più prestigiosi college militari americani e occidentali, infatti, sono dedicate allo studio scientifico dei wargame e al loro sviluppo.
Si tratta, in sostanza, di uno degli aspetti più importanti nella formazione del personale militare delle moderne Forze armate.
Tanto importante, in effetti, da spingere Maroon e Kenter a scrivere che «il wargame a livello di pre-commissionamento (ovvero prima dell'entrata in servizio attivo del personale) è una componente necessaria per l'attività di formazione».
Senza questa fase di addestramento “operativo” simulato, per gli autori, la conoscenza trasmessa agli allievi ufficiali e sottufficiali rischia di diventare solamente una questione di nozioni e concetti astratti svincolati dalla realtà tattica e strategica della guerra.
I giochi di guerra come strumenti addestrativi
Questa forte rilevanza assegnata alla pratica di wargame non risulta, in effetti, particolarmente insolita. Tradizionalmente, infatti, gli Stati Uniti sono sempre stati molto propensi ad impiegare questi modelli addestrativi per formare le proprie classi dirigenti militari.
Come dimostra il famoso caso della Millennium Challenge 2002, costata più di 250 milioni di dollari e durata quasi un mese, Washington considera ormai da tempo questi modelli un perno fondamentale nel curriculum accademico delle forze armate.
Negli ultimi cinque anni, però, l'importanza di questi sistemi nel Paese è andata crescendo in risposta all'aumentare della complessità dei domini bellici e delle apparecchiature impiegate in combattimento.
Da pratica comunque limitata, utile ma difficilmente estendibile su larga scala, i wargame sono diventati negli States una visione molto comune in tutte le accademie delle varie branche delle Forze armate.
Tanto comuni e importanti, in effetti, da richiedere la nascita di specifiche commissioni, unità e dipartimenti preposti allo sviluppo e al controllo di queste simulazioni, che sono diventate nel tempo sia più complesse a livello tecnico sia più abbordabili.
Per ottenere questo risultato ha giocato un ruolo fondamentale la mescolanza tra tradizionali metodi simulativi di addestramento professionale e sistemi “ludici”. In effetti, le similitudini tra i sistemi attualmente impiegati a livello militare nelle accademie e quelli “commerciali” sono molte.
Un esempio di questa mescolanza è quello del capitano Nicholas Royer e del suo gioco analogico di simulazione tattica. Tra il 2024 e il 2025 il capitano Royer e lo staff tecnico del suo ufficio hanno lanciato a Camp Lejeune, sede della Seconda Forza da Spedizione del Corpo dei Marines, un nuovo “gioco” pensato per l'addestramento rapido delle forze della base.
Il wargame, chiamato “Down Range”, si configura come una simulazione “tradizionale” che fa uso di una board, di miniature autoprodotte e di un manuale agile ma realistico. La facilità di apprendimento del regolamento, secondo Royer, è infatti una prerogativa fondamentale affinché questo sistema possa essere impiegato in qualsiasi contesto e da qualsiasi operatore.
A fini addestrativi, in tal senso, “Down Range” ha notevoli meriti rispetto agli altri sistemi già sviluppati dal Battle Simulation Center, la prima unità specificatamente pensata per lo sviluppo di giochi di guerra dei Marines di cui fa parte Royer.
In primo luogo, si tratta di un sistema rapido, poco costoso (meno di una manciata di dollari) e intuitivo. In secondo luogo, secondo le intenzioni dei suoi sviluppatori, “Down Range” è talmente semplice ed economico da poter essere diffuso non solo tra gli ufficiali e i sottufficiali, ma anche tra i ranghi della truppa.
Questa peculiarità permette di estendere la missione addestrativa del wargame anche ai quadri che tendenzialmente sono meno coinvolti in queste simulazioni.
Stando ai suoi ideatori, infatti, il vantaggio dato dai modelli dei giochi da guerra è tanto valido per la “semplice” truppa quanto lo è per i decisori del corpo ufficiali, specialmente per quanto concerne lo sviluppo del pensiero tattico e della consapevolezza situazionale.
Come tutti i wargame, del resto, “Down Range” permette ai giocatori di compiere errori e di provare tattiche innovative in un ambiente controllato e sicuro, un vantaggio notevole tanto per i decisori quanto per gli esecutori delle manovre.
I wargame negli Stati Uniti
Negli Stati Uniti, comunque, non sono stati sviluppati solo giochi “tradizionali”, vale a dire pensati per essere giocati su un tavolo con delle figurine, dei segnalini o delle miniature, ma anche sistemi ben più avanzati e sofisticati. I Marines, anche in questo caso, risultano essere il principale motore dell'innovazione nel settore.
Il già citato Battle Simulation Center e la Divisione Wargame del Corpo ha infatti iniziato lo sviluppo di un sistema addestrativo digitale, chiamato Digicat (Digital Course of Action Tool), basato sul popolarissimo ed estremamente funzionale Operational Wargame System (Ows).
Questo nuovo tool servirà, nelle intenzioni del Corpo, a rendere più agevole e rapida la fruizione dei moduli addestrativi dell'Ows, a oggi il miglior gioco di guerra professionale in circolazione nelle forze armate statunitensi. A Camp Lejeune, del resto, i Marines si preparano alla rivoluzione digitale già da tempo.
L'enorme struttura addestrativa della Seconda Forza conta, infatti, non meno di ventisei miglia di cavi ad alta performance e 17 stanze dedicate allo svolgimento di operazioni simulate basate sui moduli tattici e strategici sviluppati per l'Ows.
Nel prossimo futuro il Corpo mira dunque a rendere sempre più fruibili questi giochi, ormai un vero e proprio perno addestrativo della Forza armata.
Quanto sviluppato dai Marines, comunque, non è rimasto limitato al Corpo ma ha interessato anche le altre due branche naval degli Stati Uniti, ovvero la Guardia Costiera e la Marina Militare.
Entrambe queste forze, infatti, hanno mostrato interesse verso i modelli previsti dall'Operational Wargame System, i quali sono per lo più incentrati su operazioni navali e/o anfibie, e sembra vogliano integrare l'addestramento con questi sistemi nei rispettivi programmi accademici.
La Marina, nello specifico, ha più volte tentato simulazioni congiunte con i Marines e ha già impiegato con successo l'Ows durante i famosi e molto seguiti corsi di giochi di guerra dell'accademia navale.
I wargame, infatti, non sono una prerogativa unica dei Marines, per quanto quelli prodotti e sviluppati dal Corpo siano di gran lunga i più funzionali e di successo. Tutte le Forze armate americane sviluppano i propri giochi di guerra e lasciano ampio spazio nei propri curricula allo studio di questi strumenti.
L'Aeronautica, per esempio, ha creato un regolamento molto avanzato per simulare i combattimenti aerei e le operazioni nel contesto indopacifico, chiamato per l'appunto Air Force Wargame Indo-Pacific, che risulta essere a oggi uno dei migliori per quanto concerne l'aviazione.
Lo stesso hanno fatto, del resto, gli sviluppatori dell'Esercito con l'altrettanto nota United Pacific Wargame Series, diretto competitor, almeno come notorietà, dell'Ows dei Marines. Nel complesso, dunque, sembra che lo sforzo creativo americano sia qualcosa di strutturale e non solo il vezzo di qualche alto ufficiale o, come nel caso del capitano Royer, di qualche appassionato.
Gli Stati Uniti, a oggi, considerano questi tool qualcosa di più di semplici giochi. Come accadde anche in Prussia in occasione della nascita del Kriegsspiel, il primo gioco di guerra della storia e padre dei moderni giochi da tavolo, anche in America le potenzialità operative di questi sistemi sono molto considerate.
La capacità di spingere gli operatori a svolgere missioni complesse in sicurezza, senza rischiare dunque perdite in caso di errori, è un valore importantissimo per i moderni eserciti.
Dovendo svolgere operazioni sempre più complesse, infatti, i militari di ogni grado e con ogni funzione necessitano di poter sperimentare “praticamente” le proprie conoscenze così da poter valutare eventualmente anche nuovi e innovativi approcci operativi.
Senza il peso psicologico di eventuali perdite, tanto i comandanti quanto i combattenti sul campo possono provare nuove tattiche e nuove manovre, spesso con risultati decisamente inattesi come nel caso della già citata Millennium Challenge 2002.
Oltre oceano, dunque, i wargame non sono più considerati dei semplici programmi secondari, ma vere e proprie palestre tattiche e strategiche per le leadership militari del futuro e proprio per questo vengono stanziati fondi ingenti per il loro sviluppo.
Nel prossimo futuro sempre più ufficiali usciranno dalle accademie con un bagaglio d'esperienza “pratica” notevole, ottenuto in gran parte tramite la partecipazione costante a giochi di guerra di vario tipo.
E questa esperienza, qualora dovesse esser messa in campo in un vero conflitto, potrebbe fare la differenza tra vittoria e sconfitta nei contesti sempre più sfidanti dei conflitti moderni.
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