🇪🇸🇮🇱 La Spagna contro Israele
Perché Madrid si schiera contro lo Stato ebraico; l'indice della nuova rivista di Aliseo
Nell’uscita di oggi
🇪🇸🇮🇱 Perché la Spagna si schiera contro Israele
🇮🇹 Notizie dall’Italia nel mondo
🌍🔥 Cosa è successo nel mondo questa settimana
🇺🇸📕 L’indice del prossimo numero di Aliseo
🇪🇸🇮🇱 Perché la Spagna si schiera contro Israele
di Michele Ditto
Husni Abdel Wahed è il primo ambasciatore dello Stato di Palestina in Spagna. Fino a ora capo della missione diplomatica palestinese a Madrid, Wahed ha presentato il 16 settembre le sue credenziali al Re di Spagna Felipe VI, dopo che il 28 maggio il governo del leader socialista Pedro Sanchez aveva deciso, insieme a Irlanda e Norvegia, di riconoscere ufficialmente lo Stato di Palestina con i confini precedenti al 1967.
Una decisione storica, che ha portato durante i primi di giugno all’incontro a Madrid tra Sanchez e il suo omologo palestinese, il Primo Ministro Mohammad Mustafa, oltre ai principali funzionari di diversi Paesi del Medio Oriente, tra cui il ministro degli Esteri saudita, il Principe Faisal bin Farhan Al Saud, il Primo Ministro del Qatar, lo sceicco Mohammed bin Abdulrahman Al Thani, e i ministri degli Esteri di Turchia e Giordania.
«A nome del Presidente Mahmoud Abbas e del popolo della Palestina, accogliamo calorosamente il riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Spagna», aveva affermato Mustafa in quell’occasione, che aveva rappresentato più di ogni altra cosa una vittoria per il suo popolo e una sconfitta diplomatica – l’ennesima – per Israele, che ha trovato nella Spagna uno dei suoi più convinti detrattori nell’Europa occidentale.
Le relazioni tra Spagna e Israele al loro punto più basso
Dopo la notizia del riconoscimento dello Stato di Palestina da parte della Spagna, i rapporti bilaterali tra Madrid e Tel Aviv hanno raggiunto un nuovo record negativo.
Le reazioni dell’esecutivo Netanyahu sono state furiose, con il primo ministro israeliano che ha parlato di un assist al terrorismo islamico e il ministro degli Esteri Israel Katz che ha postato su X un video che alternava immagini di ballerini di flamenco e scene dell’attacco di Hamas il 7 ottobre.
La parlamentare della Knesset Sharren Haskel aveva addirittura proposto di rispondere all’azione della Spagna riconoscendo l'indipendenza della Catalogna, dei Paesi Baschi, della Galizia e delle Isole Canarie.
I rapporti tra i due Paesi erano comunque abbastanza tesi ancor prima della drastica scelta di campo da parte di Madrid. Ad esempio, già a novembre 2023, un mese dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, l’allora ministro degli Esteri israeliano Eli Cohen richiamava l'ambasciatore spagnolo dopo che Sanchez aveva affermato di avere «seri dubbi» circa la legalità degli attacchi di Israele a Gaza.
Mentre il 21 maggio, pochi giorni prima l’annuncio del riconoscimento formale della Palestina, il governo spagnolo negava l’autorizzazione d’attracco in uno dei suoi porti a una nave carica di armi diretta al porto di Haifa.
Si trattava della Marinne Danica, battente bandiera danese, carica di 27 tonnellate di motori per razzi militari, che aveva sollecitato l’autorizzazione per attraccare nel porto di Cartagena.
In quell’occasione, il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Albares ci tenne a ribadire la peculiare posizione politica assunta dalla Spagna nei confronti di Tel Aviv – caso unico in Europa occidentale – affermando senza mezze misure che Madrid «rifiuterà sistematicamente le richieste di scalo di imbarcazioni con armi dirette allo Stato di Israele».
Infine, sempre in estate, a giugno, in quella che sembrava una serie di azioni coordinate di un’offensiva diplomatica, la Spagna annunciò di voler chiedere alla Corte internazionale di giustizia, il più importante tribunale delle Nazioni Unite – lo stesso che ha emesso il mandato di arresto per Vladimir Putin – di unirsi al Sudafrica nel caso in cui accusava Israele di violare la Convenzione sul genocidio nella guerra a Gaza.
La Spagna è stata il primo e l’unico Paese europeo a compiere un’azione del genere, fortemente simbolica, quasi Madrid volesse sfuggire alla politica occidentale filoisraeliana per unirsi a quella del sud globale, tendenzialmente filopalestinese. Una linea di condotta che ha sicuramente rotto il fronte dell’irresolutezza europea verso la questione della Palestina, ma che ha esposto Madrid a rischi e pericoli inediti.
La politica filopalestinese della Spagna
Tra i leader europei, Sanchez è stato il più critico delle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza e si è più volte recato in Egitto, al valico di Rafah, per chiedere che il governo di Tel Aviv consentisse l’ingresso degli aiuti umanitari.
Una politica, quella del premier spagnolo, che rispecchia lo storico impegno di Madrid a sostegno della causa palestinese e, soprattutto, gli umori del popolo. Un sondaggio del Real Elcano Institute, un think tank con sede nella capitale spagnola, ha infatti rilevato che il 78% degli abitanti della Spagna è a favore del riconoscimento della Palestina, mentre il 18% è contrario, con il restante 4% che si dichiara indeciso.
La politica filopalestinese del governo spagnolo ha dunque il duplice intento di assecondare le volontà popolari, da una parte, e quindi assumersi la responsabilità di favorire la pace e la soluzione dei due Stati dall’altra. Lo stesso Sanchez ha affermato che il suo intento dietro questa politica fortemente sbilanciata a favore della Palestina è quella per una soluzione politica al conflitto in corso a Gaza.
A pesare c’è anche la figura di Netanyahu, la cui retorica di estrema destra ha fatto sì che molti Stati “in bilico” tra i due schieramenti in lotta decidessero di pendere dalla parte della Palestina, pur cercando di mantenere rapporti civili con Tel Aviv.
Ad esempio, nel 2014 il parlamento spagnolo aveva approvato una mozione per riconoscere lo Stato palestinese, ma non se ne era fatto nulla. Ciò che invece ha fatto oggi la differenza per la Spagna è stata la guerra a Gaza e la pressione (inter)nazionale verso una questione, quella palestinese, che è percepita come da risolvere con urgenza: «Presto, se non agiamo, [la soluzione dei due Stati] sarà completamente impossibile» diceva a tal proposito il ministro degli Esteri spagnolo, «sarà qualcosa di cui resterà traccia solo nei libri di storia».
Per approfondire
Consigli di lettura affidabili selezionati dalla Redazione di Aliseo
Spain-Israel tensions soar as Madrid throws support behind Palestine (Al Jazeera)
Spagna, Irlanda e Norvegia: sì a uno Stato di Palestina (Ispi)
La Spagna si unisce al Sudafrica nella causa contro Israele per genocidio (Il Post)
🇮🇹 Notizie dall’Italia nel mondo
Contro l'emergenza siccità nelle regioni del Sud Italia, assegnati dall'Europa 37,4 milioni di euro cofinanziabili a cui verranno aggiunti 74,8 milioni da fondi nazionali. Più le risorse economiche investite tra il governo e la Regione Sicilia. I fondi «saranno messi materialmente a disposizione attraverso un regolamento la cui approvazione è prevista per la prima decade di ottobre». Ad annunciarlo è stato il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida.
In crescita l’efficienza energetica ed economica e progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale dal 2005 al 2022. In Italia, il fabbisogno di energia per unità di Pil si riduce del 23,4%, mentre le emissioni di gas serra per unità di Pil si riducono del 32%. Analogamente, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: -7,8% per l’agricoltura, -10,4% per l’industria e -22,6% per i servizi.
“Da inizio anno le autorità tunisine hanno impedito la partenza di oltre 61 mila migranti che volevano raggiungere le coste europee. Un dato che testimonia il costante impegno dei Paesi di origine e transito dei migranti nel contrasto all’immigrazione irregolare”. Lo scrive il Viminale sul suo account X. Come governo “siamo talmente ben predisposti a incrementare i canali di ingresso regolare che ci siamo resi protagonisti di una programmazione di 452 mila ingressi in tre anni” ha detto nei giorni scorsi il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
L’Italia rafforza la collaborazione scientifica e accademica con Uzbekistan e Kazakistan. Il ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, si legge in un comunicato, è in visita nei due Paesi per consolidare la cooperazione bilaterale in materia di educazione superiore, ricerca e innovazione, favorire la mobilità di studenti e ricercatori e promuovere accordi che permettano il conseguimento di doppi titoli e dottorati congiunti.
Israele ha diritto a difendersi da “attacchi esterni, come quello orribile del 7 ottobre scorso, ma allo stesso tempo chiediamo ad Israele di rispettare il diritto internazionale, tutelando la popolazione civile, anch’essa vittima in gran parte di Hamas e delle sue scelte distruttive”.
Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, durante il suo discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite, a New York. Secondo Meloni, “gli Accordi di Abramo hanno dimostrato la possibilità di convivere e cooperare vantaggiosamente sulla base del mutuo riconoscimento. Se questa è la prospettiva sulla quale tutti dobbiamo lavorare, e lo è, oggi l’imperativo è raggiungere, senza ulteriori ritardi, un cessate il fuoco a Gaza e l’immediato rilascio degli ostaggi israeliani”.
🌍🔥 Cosa è successo nel mondo questa settimana
Perché la Russia non parteciperà al prossimo summit di pace promosso dall’Ucraina
La visita di Zelensky negli Stati Uniti fa saltare i piani per i negoziati con la Russia. Kiev e Mosca non negoziano direttamente dagli Istanbul rounds del 2022 e ci si domanda se una pace sia effettivamente possibile.
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Esplodono i cercapersone di Hezbollah, diversi morti e migliaia di feriti. È una delle operazioni coperte più ardite di Israele. Come può reagire il movimento sciita?
🇺🇸📕 Cosa trovi nel nuovo numero della rivista di Aliseo
La prossima settimana uscirà l’America dopo l’egemonia, il numero della rivista di Aliseo dedicato al futuro degli Stati Uniti! La rivista sarà disponibile tra pochi giorni in versione cartacea e digitale.
Lo scopo è dare al lettore un quadro completo della situazione americana, dalla geopolitica alla Difesa, dai malumori interni all’economia. Come al solito, parleremo dei meccanismi profondi dietro ai fenomeni, così da guidarvi verso le prospettive future!
Ecco l’Indice di l’America dopo l’egemonia
Dal mare alla terra, e ritorno - F. D. Casini
Sezione I: Le guerre culturali d’America
La nuova geografia politica degli States cambia la corsa alla Casa Bianca- R. Fabbri
Dal trumpismo al woke, il radicalismo conquista i partiti tradizionali - F. Sangalli
Armati, polarizzati, violenti: gli americani supereranno le divisioni interne? - M. Ditto
La Babele americana, tra multiculturalità e crisi della visione imperiale - S. Dal Canto
Sezione II: Troppi nemici e troppi fronti
Oltre l’Ucraina: la guerra in Europa e la fine della deterrenza americana - G. Caravaggio
Nel Pacifico, Cina e Stati Uniti si giocano l’egemonia globale - L. Venanzoni
La superpotenza nella sabbia: gli Usa in Medio Oriente, vent’anni dopo - I. d’Antonio
Sezione II: Mantenere il primato
Come la polarizzazione danneggia il primato tecnologico americano - L. Del Monte
Le forze armate americane si preparano alla guerra di domani - C. A. Mercuri
Dopo la ruggine: come Washington vuole rilanciare l’industria - A. Gorgoni
Se nessuno muore più per l’America: la crisi dei reclutamenti - M. Mazziotti di Celso
Sezione IV: La nazione (ancora) indispensabile?
L'impero americano ha perso la sua rotta - C. Milanese
L'eccezione America, tra mito inafferrabile e senso di colpa - L. Montaperto
E se vuoi ricevere il nuovo numero in anteprima Pdf, quando uscirà, puoi provare gratis Aliseo Plus, il servizio più completo in Italia per chi vuole capire la geopolitica!
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