🇫🇷☢️ L'atomica francese per l'Europa?
La deterrenza francese si può estendere all'Unione Europea?; la settimana in Italia e nel mondo
Nell’uscita di oggi
🇫🇷 La Francia e l’ombrello nucleare condiviso con l’Europa
🌍🔥 Cosa è successo nel mondo questa settimana
🇫🇷 La Francia e l’ombrello nucleare condiviso con l’Europa
di Michele Ditto
Il 5 marzo, dal palazzo dell’Eliseo, il presidente francese Emmanuel Macron ha lanciato un appello all’Europa. «Dobbiamo prendere in mano il nostro destino» ha detto il capo di Stato, dichiarandosi favorevole alla proposta di uno scudo nucleare francese a «protezione dei nostri alleati europei».
La stessa idea era infatti stata avanzata alcuni giorni prima dal futuro cancelliere tedesco, Friedrich Merz: «Dobbiamo avere discussioni con britannici e francesi per sapere se la condivisione nucleare, o almeno la sicurezza nucleare del Regno Unito e della Francia, potrebbe applicarsi anche a noi».
Le parole del politico tedesco, che hanno innescato il dibattito in questione, sono state provocate da Donald Trump, che nelle ultime settimane ha messo seriamente in discussione il ruolo degli Stati Uniti a protezione dell’Europa. In ultima istanza, quindi, anche quello dell’ombrello nucleare americano a difesa del continente.
La force de frappe
L’arsenale nucleare di Parigi si fonda oggi sulla componente navale e su quella aerea. La prima è basata su cacciabombardieri dotati dei missili aria-superficie con testata atomica Asmp e Asmp-A, mentre quella navale è basata sui sottomarini nucleari classe Le Triomphant dotati dei missili Slbm M45 e M51, che hanno una gittata di 6mila chilometri.
La Force de frappe conta però solamente su 290 testate nucleari, un numero irrisorio se paragonato a quelle possedute dalla Federazione Russa, circa 5,500 - sebbene poco meno di un terzo siano schierate e pronte all’uso. Ne consegue che la deterrenza che uno scudo nucleare francese potrebbe garantire ai Paesi europei non potrebbe eguagliare quella assicurata dagli Stati Uniti.
Il mantenimento di questo arsenale - totalmente autonomo e di produzione nazionale - si aggira sui 5,6 miliardi di euro all’anno. Una cifra che non spaventa i francesi: secondo un sondaggio Ifop-Dicod del 2017, più della metà di loro era a favore della bomba, vista come garanzia ultima dell’indipendenza della nazione e dei suoi interessi vitali.
Questi ultimi, secondo la dottrina nucleare francese, hanno una dimensione europea e la loro minaccia rappresenta il discrimine affinché la bomba possa venire impiegata. Lo stesso Macron non ha mai fornito ulteriori dettagli in tal senso, in modo da preservare l’ambiguità necessaria a una deterrenza efficace.
Il senso della bomba per Parigi
La Francia ha sempre pensato l’arma atomica come uno strumento di grandeur, di prestigio nazionale. Fu il presidente della Repubblica, Charles de Gaulle, a dotare il Paese di un arsenale nucleare domestico nel 1958, sacrificando l’accordo tripartito: un progetto tra Francia, Italia e Germania Ovest per sviluppare un’”atomica europea".
Possedere un arsenale totalmente indipendente - a differenza di quello del Regno Unito a “sovranità limitata” - serviva a rilanciare il ruolo della Francia quale potenza mondiale. Un altro chiaro intento era quello di fare di Parigi il punto di riferimento nel Vecchio Continente dal punto di vista securitario, come alternativa agli States.
Tuttavia, nemmeno dal lato della deterrenza nucleare sembra che l’Europa possa fare a meno degli Stati Uniti, l’unico Paese a eguagliare, per ora, l’arsenale russo. Washington possiede infatti circa 5mila testate atomiche, che garantiscono una deterrenza estesa e, soprattutto, spingono gli Stati europei a evitare di sviluppare propri programmi nucleari.
La proposta francese appare dunque come una tattica per espandere l’influenza dell’Eliseo in Europa senza dover realmente fare concessioni, dato che, come ha ricordato Macron, la decisione di usare la bomba atomica «è sempre stata e rimarrà nelle mani del presidente della Repubblica, il capo delle Forze armate».
Intanto, il Cremlino ha già reso esplicita la sua posizione riguardo alla proposta di Macron. Vladimir Putin e il ministro degli Esteri Sergey Lavrov hanno paragonato il presidente francese a Napoleone, ricordandogli «come è finita» l'invasione della Russia, cioè con la disfatta dei francesi e con Parigi occupata dai cosacchi.
🇮🇹 Notizie dall’Italia nel mondo
Eutelsat, che gestisce la terza rete satellitare mondiale ed è un competitor di Starlink, sta avendo "colloqui molto positivi" con il governo italiano per l'ipotesi di fornire comunicazioni satellitari sicure in un'operazione che potrebbe soppiantare l'offerta di servizi da parte della rete satellitare di Elon Musk.
Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha dato inizio alla seconda tappa della sua missione in Giappone, iniziata il 3 marzo. Mattarella è giunto nel primo pomeriggio a Kyoto, dopo una visita di tre giorni a Tokyo culminata in incontri con l’imperatore Naruhito e il primo ministro Shigeru Ishiba.
Non c'è una linea comune, nel governo Meloni, sul piano di riarmo dell'Unione Europea presentato dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Anche le opposizioni hanno delle posizioni differenti: dallo scetticismo del Pd all'aperta critica del M5s e di Avs, mentre i partiti centristi sono tendenzialmente favorevoli.
I dazi per l’Europa, e anche per l’Italia, arriveranno il 2 aprile. «Quello sarà il giorno in cui affronteremo il problema dei commerci globali, sulla base del principio della reciprocità», conferma il segretario al Commercio americano Howard Lutnick in un’intervista a Repubblica.
A gennaio 2025 il numero di occupati è salito a 24 milioni 222 mila. Il tasso di occupazione sale al 62,8% (+0,4 punti). È quanto emerge dal report dell’Istat su occupati e disoccupati e gennaio. L’aumento dell’occupazione (+0,6%, pari a +145mila unità) riguarda gli uomini e le donne, i dipendenti e gli autonomi, tutte le classi d’età a eccezione dei 35-49enni tra i quali il numero di occupati diminuisce.
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